domenica 23 dicembre 2012

Ghiandola pineale: melatonina ANTICANCRO!!!



IL SIMBOLO DELLA GHIANDOLA PINEALE



Oltre al simbolismo della pigna, è stata associata da alcuni all’occhio di Ra, l’occhio che tutto vede. L’occhio di Ra, o occhio di Horus, sembra sia un riferimento alle scuole misteriche egizie che iniziavano i loro discepoli all’apertura del terzo occhio, detto anche occhio singolo. Nei simboli l’occhio che tutto vede – che non ha segreti perché le secrezioni neuroendocrine della Pineale permettono la più alta conoscenza – è spesso racchiuso all’interno di una piramide oppure tra due ali (Sole alato). L’iconografia egizia dell’occhio racchiuso nella piramide è divenuta nel tempo uno dei modelli usati dagli artisti del Medioevo per raffigurare il Dio cristiano. 

















L'occhio che vede tutto  simboleggia il TERZO OCCHIO ONNISCIENTE.
Per lungo tempo ignorata dalla medicina, la conoscenza della ghiandola pineale si è recentemente rivelata fondamentale nella cura dei tumori. La melatonina - principale ormone secreto dall'epifisi - ha un effetto antitumorale riconosciuto e il difetto nella produzione notturna di tale ormone è la pincipale causa endocrina della malattia tumorale.



 Viene considerata la nostra parte divina, poiché capta messaggi e funziona come un’antenna di connessione. Fisicamente la ghiandola pineale si trova tra il cervelletto e l’encefalo, regola il sonno, essa è un sensore magnetico e una volta attivata diviene l'interfaccia con la nostra coscienza conferendo la "vista interiore", cioè il dono di ripercorrere le precedenti esistenze e riepilogare il rapporto karmico che conduce alla reincarnazione.

Cartesio la definì la "sede dell' anima" nel XVII secolo e da allora gli studi proseguirono nella convinzione che fosse implicata negli equilibri della psiche..La ghiandola pineale, una delle sette ghiandole endocrine,è il principale organo del corpo umano responsabile della regolazione del ritmo biologico circadiano sulla base del principale ritmo cosmologico periodo di luce con quello del buioSi presenta con una forma simile ad una pigna ma poco più grande di un chicco di mais e la sua attività è prevalentemente notturna poiché influenzata dalla luce.Il principale ormone prodotto dalla ghiandola pineale è la melatonina (MLT),sostanza in grado di portare l'individuo ad avere viaggi extradimensionali, e extratemporali;tale ormone è inibito dalla Luce e stimolata dall’oscurità, con il conseguente stabilirsi di un ritmo circadiano lice/ buio caratterizzato da bassi livelli ematici di melatonina durante le ore di luce e alti livelli durante la notte, superiori di almeno tre volte rispetto a quelli diurni, La presenza di un normale ritmo circadiano luce/ buio nei livelli ematici di melatonina rappresenta un parametro fisiologico fondamentale caratterizzante lo stato di salute e la cui alterazione costituisce uno dei segni più precoci del configurarsi di un grave stato patologico.Infatti alterazioni del ritmo luce/ buio della melatonina sono state dimostrate in gravi patologie quali le neoplasie metastatiche, la malattia depressiva, la schizzofrenia nella fase cronica e l’ischemia celebrale,Tutto questo disequilibrio della Pineale è dato anche dal fatto che all'interno della Ghiandola pineale scorre acqua, che con il passare del tempo calcifica. Questo porta ad una atrofizzazione della Ghiandola. Tale processo di calcarizzazione ed atrofizzazione viene accelerato prevalentemente a causa dell'alimentazione moderna: bibite gassate, acqua fluorizzata, zuccheri raffinati. La Ghiandola pineale si attiva e si "decalcifica" di notte, con l'oscurità e con il sonno, pertanto per riattivare tale organo atrofizzato, nella maggior parte della gente sono necessarie queste due azioni: dormire e meditare.
UNA SCIENZA NUOVA PER IL RECUPERO DELL’ARMONIA
E’ paradossale come fino ad alcuni decenni fa la scienza medica, che si apprestava a determinare la conoscenza molecolare completa del DNA non sapesse pressoché nulla sulla funzione di una struttura del corpo anatomico, come appunto la ghiandola pineale. Questo malgrado fosse noto da migliaia di anni a tutte le tradizioni spirituali del mondo (tranne quella romana) il ruolo fondamentale di questa ghiandola nella regolazione dell’espressione dello Spirito: lo stesso Cartesio considerò la pineale come il centro dell’espressione della vita animica. Il nome stesso di epifisi (dal greco epi-fysin che significa “al di sopra della natura”) denota che gli antichi avevano già compreso sinteticamente il ruolo centrale della ghiandola pineale nella regolazione della vita spirituale auto-cosciente
Da quanto affermato risulta evidente che non è possibile comprendere il significato e la funzionalità biologica della ghiandola pineale studiandola o solo dal punto di vista medico-scientifico o solo dal punto di vista filosofico-spirituale, ragion per cui forse nessun altro argomento come la ghiandola pineale, in ambito medico, esige una nuova concezione del mondo e un nuovo modo di comprendere la biologia. Una delle frasi più false e storicamente superate, ma al contempo fra le più diffuse, citata pressoché da tutti – filosofi, bioetici, teologi, psicologi e parapsicologi – è quella del rischio nel mondo contemporaneo di ridurre l’uomo alla sua biologia. La verità è invece, all’opposto, il rischio di un’amputazione biologico- selettiva del corpo umano per adeguarlo sia alle esigenze di mercato, sia – cosa ancora più grave – a un’idea antropologica, la quale fingendo di porsi come neutra e laica, impone di fatto una de spiritualizzazione della biologia per ribadire la ormai superata concezione del corpo umano equiparabile ad una macchina. Il ritardo dal punto di vista medico-scientifico nello studio della fisiologia e della clinica della ghiandola pineale non si piega in altro modo se non con il rifiuto sistematico, premeditato e quasi cosciente di reinterpretare la biologia della vita umana come espressione dello Spirito di cui la pineale è simbolo elettivo. Inoltre uno dei motivi che hanno ritardato le ricerche sulla ghiandola pineale è legato alla precoce calcificazione, interpretata dagli scienziati del passato come segno di un esaurimento funzionale della ghiandola stessa, come se si trattasse di una vestigia non più utile nelle specie biologiche evolute. Le successive ricerche hanno invece dimostrato che calcificazione della pineale non è dovuta ad altro se non alla produzione di cristalli di calcio in grado di percepire le variazioni elettromagnetiche. Allo stato attuale delle conoscenze – reinterpretando i dati medico-scientifici secondo una dimensione filosofica – possiamo affermare che la funzione sintetica della ghiandola pineale p quella di rendere possibile una relazione armonica: da una parte fra singolo organismo vivente e condizione energetica dell’universo; dall’altro fra la propria vita spirituale e il corpo biologico.
LA GHIANDOLA ANTICANCRO
In quanto centro supremo del mantenimento del principio dell’unità della vita, sia in sé che fuori di sé, era ovvio che la ghiandola pineale dovesse svolgere un’attività anticancro, essendo il cancro la patologia archetipica suprema della perdita dell’unità della persona umana nella sua triade di corpo fisico, psichico e spirituale. Già autori esoteristi tibetani, oltre cinquant’anni fa, ponevano una relazione fra ghiandola pineale e cancro, quindi ben prima che la scienza medica ne avesse conoscenza, cosa questa che dimostra la superiorità conoscitiva della tradizione della scienza dei magi rispetto ad ogni altra scienza medica empirica. Non a caso il vero padre della moderna medicina fu Paracelso, medico e mago, che per primo nel 1500, intuì come il corpo umano fosse una realtà non solo fluidico- energetica, ma anche ed innanzitutto chimica. Non solo in Oriente ma anche in Occidente, emergevano da diversi decenni evidenze sperimentali che suggerivano da un possibile ruolo antitumorale della ghiandola pineale. Infatti, a livello sperimentale, la rimozione chirurgica della ghiandola pineale induceva nell’animale un aumento delle incidenze di tumori spontanei e, nel cado di neoplasia già presente, un aumento della sua diffusione metastatica. Questo dato è stato confermato da centinaia di studi sperimentali, ciò nonostante le accademie universitarie hanno finto che questi dati non esistessero. Le conoscenze attuali ci portano a concludere che qualunque condizione rivelatasi essere predisponente al cancro – in particolare lo stress, la depressione del tono dell’umore, e l’esposizione a campi magnetici – ha come minimo comune denominatore un’alterata e ridotta funzione della ghiandola pineale. Non p pertanto immaginabile una reale prevenzione dei tumori senza una valutazione reale dello stato funzionale della ghiandola pineale, cosa questa che potrebbe costituire un domano uno dei più utili screening di massa.
MELATONINA E NON SOLO
Oggi le conoscenze scientifiche sul ruolo antitumorale della ghiandola pineale superano forse quelle di qualunque altra realtà. La ghiandola pineale produce come minimo quattro ormoni di natura indolica (derivanti dal triptofano): la melatonina (N-acetil-5-metoxitriptofano) durante il periodo di oscurità, il 5-metoxitriptoforo nei periodi di massima luce, la 5-metoxitriptamina nel pomeriggio e il 5-metoxi-indol-acetico nel periodo mattutino. Ne consegue che la sola melatonina, ormai nota più in ambito pubblicitario che universitario, non può più essere considerata l’unico ormone della ghiandola pineale. Ora se la sola melatonina ha sconvolto la fragile impalcatura epistemica dell’attuale scienza medica, quanto più lo farà la conoscenza degli tre indoli? Già oggi è noto che la 5-metoxi-triptamina a livello sperimentale ha dimostrato di avere effetti anticancro superiori a quelli della melatonina.
Gli indoli della pineale potrebbero avere, inoltre, un importantissimo ruolo terapeutico in psichiatria. La pineale produce inoltre due peptidi: l’epitalamina e l’arginin-vasotocina. Però l’azione antitumorale della ghiandola pineale è attualmente conosciuta soprattutto in relazione agli effetti della melatonina, la quale sintetizza in sé i cinque principali meccanismi d’azione anticancro utilizzati dalle attuali terapie medico-oncologiche:
  • azione citotossica antiproliferativa;
  • azione citodifferenziante, vale a dire riduzione della malignità biologica della cellula tumorale;
  • azione di stimolo sull’immunità antitumorale, dovuta in particolare ad un’amplificazione delle proprietà anticancro di alcune proteine prodotte dalle cellule immunitarie (in particolare l’interleuchina-2 e l’interleuchina-12);
  • inibizione della secrezione di fattori di crescita quali la somatomedina-C e dell’azione di fattori di crescita pro-tumorali quali l’EGF (epidermal growth factor);
  • azione anti-angiogenetica.

Gli attuali studi clinici nel campo della PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia) hanno dimostrato l’utilità dell’impiego degli ormoni della ghiandola pineale nella cura del cancro, sia in pazienti dichiarati non più suscettibili di cure convenzionali, sia in associazione ci comuni trattamenti chemioterapici, radioterapici, ormoterapici ed immunoterapico. Il difetto nella produzione notturna di melatonina costituisce il più frequente grave difetto endocrino presente nella malattia tumorale, contribuendone al peggioramento della prognosi. Non è pertanto, ad oggi, né scientifico, né tanto meno etico-spirituale illudersi di vincere il cancro rimuovendo la realtà dell’esistenza in noi stessi di una struttura anatomica ad azione antitumorale responsabile della naturale resistenza contro i tumori, come appunto la ghiandola pineale.
ARTICOLO DI Paolo Lissoni, TRATTO DA “Scienza e conoscenza” - anno 9 - Numero 32 - Maggio 2010. 
tratto da:clicca qui



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