martedì 27 novembre 2012
La lettura: un meccanismo universale del cervello!!!!
Che cosa ci fanno dei guerriglieri colombiani in un laboratorio di neuroscienze? Semplice, aiutano la ricerca. Sono usciti dalla selva, hanno deposto le armi e hanno preso in mano un libro. Per la prima volta nella loro vita, grazie a un programma di reintegrazione sociale, imparano a leggere. E i ricercatori che li osservano possono così capire qualcosa di nuovo su come il nostro cervello si comporta quando è alle prese con una sfilza di segni neri su un foglio bianco. Come questi.
L’apprendimento della lettura, infatti, è un processo complesso e non è spontaneo come l’apprendimento della parola: per imparare a leggere ci vuole esercizio e pazienza e nessun bambino può farlo da solo. Però quando lo fa un bambino, tipicamente verso i cinque o sei anni, il cervello è alle prese con una crescita tumultuosa e un sacco di stimoli nuovi. A quell’età, si impara anche a correre, a fare nuovi giochi, si conoscono i compagni di scuola e si comincia a capire come si vive con gli altri: per un neuroscienziato, separare le modificazioni della struttura cerebrale dovute a tutta questa attività da quelle legate solo alla lettura è quasi impossibile. E quindi ci vogliono gli adulti, quelli che imparano a leggere da grandi: figure, fortunatamente, molto rare nelle nostre società. Ecco perché sono stati chiamati in causa gli ex guerriglieri.
Si è così deciso di confrontare i cervelli di venti guerriglieri che hanno appena imparato a leggere con quelli di altrettanti guerriglieri ancora analfabeti. I risultati alla risonanza magnetica funzionale (un esame da neuroscienziati con cui si vede il cervello al lavoro) hanno mostrato le aree precise dedicate alla lettura, che adesso saranno studiate anche negli adulti che hanno imparato, come tutti noi, a leggere da piccoli. Dove sono queste aree? Nella parte sinistra del cervello. Da qui, inoltre, si sono viste diverse connessioni con una zona particolare del sistema nervoso centrale chiamata giro angolare, che viene considerata connessa alla lettura da un secolo e mezzo. La nuova ricerca ha visto che funziona un po’ come il T9 del telefonino, anticipando al cervello le lettere che l’occhio, molto probabilmente, vedrà. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature e oggi se ne può leggere anche su diversi articoli online.
*novembre 2009*
Quando si legge si mobilitano due sistemi cerebrali distinti: uno per il riconoscimento visivo delle forme e l'altro legato all'analisi dei movimenti necessari per tracciare lettere e parole. Entrambi questi circuiti neuronali si attivano sempre.
Sia che si abbia a che fare con parole scritte in alfabeto latino oppure con gli ideogrammi tipici del cinese o del giapponese, leggere coinvolge due sistemi cerebrali universali, a prescindere dalla cultura a cui si appartiene. A scoprirlo è uno studio condotto da ricercatori dell'Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale (INSERM) francese, dell'Université Paris XI e dell'Accademia delle scienze di Taiwan, che ne riferiscono in un articolo a prima firma Kimihiro Nakamura pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Sciences”.
La padronanza del linguaggio scritto non è un'abilità innata ma dipende dalla capacità, mediata dall'educazione, di apprendere regole che collegano codici scritti, suoni e significati delle parole. A livello neuronale, imparare queste regole comporta alcuni cambiamenti strutturali e funzionali, soprattutto nell'area della corteccia visiva ma anche in altre regioni del cervello. La nostra capacità di risposta efficiente viene tarata su una specifica modalità di scrittura.
Che i circuiti attivati dalla lettura di un sistema di scrittura squisitamente fonologico (come quello dell'alfabeto latino) e da uno ideografico (più legato a un elemento pittografico) fossero gli stessi non era scontato. Studi su soggetti orientali normali e dislessici, infatti, avevano indotto alcuni ricercatori a ipotizzare che la lettura dei sistemi di scrittura dotati di una complessità visiva elevata - come il cinese - non attivasse le aree della classica rete di circuiti dell'emisfero sinistro coinvolti nella lettura alfabetica, ma altre regioni situate in particolare nella corteccia premotoria. Questo a causa dell'importanza dell'esperienza cinestetica nell'apprendimento degli ideogrammi mentre vengono scritti.
Nakamura e colleghi hanno sottoposto due gruppi di volontari di madrelingua rispettivamente francese e cinese a scansioni di risonanza magnetica funzionale mentre erano impegnati in un compito di lettura e interpretazione semantica. Per determinare quali aspetti della lettura fossero specificamente legati alla cultura e quali no, i testi sono stati presentati ai soggetti sono state presentate in differenti modi: normale, in corsivo, statici, in movimento, distorti e rovesciati. L'analisi dei dati di neuroimaging ha rivelato che durante la lettura sia nei soggetti francesi che in quelli cinesi si attivano due regioni cerebrali distinte, associate rispettivamente al riconoscimento delle forme visive e alla decodifica dei movimenti. La differenza è che quest'ultima regione ha mostrato una maggiore attivazione nei cinesi quando si tratta di leggere parole in movimento.
La mobilitazione della memoria motoria della scrittura non è quindi una specifica componente della lettura ideografica e logografica, ma è presente anche nella lettura dei sistemi alfabetici. In tutte le culture, anche molto diverse, la rete neuronale matura deputata alla lettura comprende sia un sistema di analisi visiva della forma (in primo luogo la cosiddetta area VWFA), sia un sistema di decodifica del gesto motorio associato alla scrittura. Quello che varia da una cultura all'altra, concludono i ricercatori, è solamente la modulazione dell'intensità relativa di attivazione fra i due tipi di circuiti.
Per approfondimenti vedere:
* "IL CERVELLO: parti e funzioni!!!!" ... luglio 2012.
IL CERVELLO: parti e funzioni!!!!
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