IL SIMBOLO DELLA GHIANDOLA PINEALE
Oltre al simbolismo della pigna, è stata associata da alcuni all’occhio di Ra, l’occhio che tutto vede. L’occhio di Ra, o occhio di Horus, sembra sia un riferimento alle scuole misteriche egizie che iniziavano i loro discepoli all’apertura del terzo occhio, detto anche occhio singolo. Nei simboli l’occhio che tutto vede – che non ha segreti perché le secrezioni neuroendocrine della Pineale permettono la più alta conoscenza – è spesso racchiuso all’interno di una piramide oppure tra due ali (Sole alato). L’iconografia egizia dell’occhio racchiuso nella piramide è divenuta nel tempo uno dei modelli usati dagli artisti del Medioevo per raffigurare il Dio cristiano.
L'occhio che vede tutto simboleggia il TERZO OCCHIO ONNISCIENTE.
Per lungo tempo ignorata dalla medicina, la conoscenza della ghiandola pineale si è recentemente rivelata fondamentale nella cura dei tumori. La melatonina - principale ormone secreto dall'epifisi - ha un effetto antitumorale riconosciuto e il difetto nella produzione notturna di tale ormone è la pincipale causa endocrina della malattia tumorale.
Viene considerata la nostra parte divina, poiché capta messaggi e funziona come un’antenna di connessione. Fisicamente la ghiandola pineale si trova tra il cervelletto e l’encefalo, regola il sonno, essa è un sensore magnetico e una volta attivata diviene l'interfaccia con la nostra coscienza conferendo la "vista interiore", cioè il dono di ripercorrere le precedenti esistenze e riepilogare il rapporto karmico che conduce alla reincarnazione.
Cartesio
la definì la "sede dell' anima" nel XVII secolo e da allora gli studi
proseguirono nella convinzione che fosse implicata negli equilibri della
psiche..La
ghiandola pineale, una delle sette ghiandole endocrine,è il principale
organo del corpo umano responsabile della regolazione del ritmo
biologico circadiano sulla base del principale ritmo cosmologico periodo di luce con quello del buioSi presenta con una forma
simile ad una pigna ma poco più grande di un chicco di mais e la sua
attività è prevalentemente notturna poiché influenzata dalla luce.Il principale ormone prodotto dalla ghiandola pineale è la melatonina (MLT),sostanza in grado di portare l'individuo ad avere viaggi extradimensionali, e extratemporali;tale ormone è
inibito dalla Luce e stimolata dall’oscurità, con il conseguente
stabilirsi di un ritmo circadiano lice/ buio caratterizzato da bassi
livelli ematici di melatonina durante le ore di luce e alti livelli
durante la notte, superiori di almeno tre volte rispetto a quelli
diurni, La presenza di un normale ritmo circadiano luce/ buio nei
livelli ematici di melatonina rappresenta un parametro fisiologico
fondamentale caratterizzante lo stato di salute e la cui alterazione
costituisce uno dei segni più precoci del configurarsi di un grave stato
patologico.Infatti alterazioni del ritmo luce/ buio della melatonina
sono state dimostrate in gravi patologie quali le neoplasie
metastatiche, la malattia depressiva, la schizzofrenia nella fase
cronica e l’ischemia celebrale,Tutto questo disequilibrio della Pineale è
dato anche dal fatto che all'interno
della Ghiandola pineale scorre acqua, che con il passare del tempo
calcifica. Questo porta ad una atrofizzazione della Ghiandola. Tale
processo di calcarizzazione ed atrofizzazione viene accelerato
prevalentemente a causa dell'alimentazione moderna: bibite gassate,
acqua fluorizzata, zuccheri raffinati. La Ghiandola pineale si attiva e
si "decalcifica" di notte, con l'oscurità e con il sonno, pertanto per
riattivare tale organo atrofizzato, nella maggior parte della gente sono
necessarie queste due azioni: dormire e meditare.
UNA SCIENZA NUOVA PER IL RECUPERO DELL’ARMONIA
E’
paradossale come fino ad alcuni decenni fa la scienza medica, che si
apprestava a determinare la conoscenza molecolare completa del DNA non
sapesse pressoché nulla sulla funzione di una struttura del corpo
anatomico, come appunto la ghiandola pineale. Questo malgrado fosse noto
da migliaia di anni a tutte le tradizioni spirituali del mondo (tranne
quella romana) il ruolo fondamentale di questa ghiandola nella
regolazione dell’espressione dello Spirito: lo stesso Cartesio considerò
la pineale come il centro dell’espressione della vita animica. Il nome
stesso di epifisi (dal greco epi-fysin che significa “al di sopra della
natura”) denota che gli antichi avevano già compreso sinteticamente il
ruolo centrale della ghiandola pineale nella regolazione della vita
spirituale auto-cosciente.
Da
quanto affermato risulta evidente che non è possibile comprendere il
significato e la funzionalità biologica della ghiandola pineale
studiandola o solo dal punto di vista medico-scientifico o solo dal
punto di vista filosofico-spirituale, ragion per cui forse nessun altro
argomento come la ghiandola pineale, in ambito medico, esige una nuova
concezione del mondo e un nuovo modo di comprendere la biologia. Una
delle frasi più false e storicamente superate, ma al contempo fra le più
diffuse, citata pressoché da tutti – filosofi, bioetici, teologi,
psicologi e parapsicologi – è quella del rischio nel mondo contemporaneo
di ridurre l’uomo alla sua biologia. La verità è invece, all’opposto,
il rischio di un’amputazione biologico- selettiva del corpo umano per
adeguarlo sia alle esigenze di mercato, sia – cosa ancora più grave – a
un’idea antropologica, la quale fingendo di porsi come neutra e laica,
impone di fatto una de spiritualizzazione della biologia per ribadire la
ormai superata concezione del corpo umano equiparabile ad una macchina.
Il ritardo dal punto di vista medico-scientifico nello studio della
fisiologia e della clinica della ghiandola pineale non si piega in altro
modo se non con il rifiuto sistematico, premeditato e quasi cosciente
di reinterpretare la biologia della vita umana come espressione dello
Spirito di cui la pineale è simbolo elettivo. Inoltre uno dei motivi che
hanno ritardato le ricerche sulla ghiandola pineale è legato alla
precoce calcificazione, interpretata dagli scienziati del passato come
segno di un esaurimento funzionale della ghiandola stessa, come se si
trattasse di una vestigia non più utile nelle specie biologiche evolute.
Le successive ricerche hanno invece dimostrato che calcificazione della
pineale non è dovuta ad altro se non alla produzione di cristalli di
calcio in grado di percepire le variazioni elettromagnetiche. Allo stato
attuale delle conoscenze – reinterpretando i dati medico-scientifici
secondo una dimensione filosofica – possiamo affermare che la funzione
sintetica della ghiandola pineale p quella di rendere possibile una
relazione armonica: da una parte fra singolo organismo vivente e
condizione energetica dell’universo; dall’altro fra la propria vita
spirituale e il corpo biologico.
LA GHIANDOLA ANTICANCRO
In
quanto centro supremo del mantenimento del principio dell’unità della
vita, sia in sé che fuori di sé, era ovvio che la ghiandola pineale
dovesse svolgere un’attività anticancro, essendo il cancro la patologia
archetipica suprema della perdita dell’unità della persona umana nella
sua triade di corpo fisico, psichico e spirituale. Già autori esoteristi
tibetani, oltre cinquant’anni fa, ponevano una relazione fra ghiandola
pineale e cancro, quindi ben prima che la scienza medica ne avesse
conoscenza, cosa questa che dimostra la superiorità conoscitiva della
tradizione della scienza dei magi rispetto ad ogni altra scienza medica
empirica. Non a caso il vero padre della moderna medicina fu Paracelso,
medico e mago, che per primo nel 1500, intuì come il corpo umano fosse
una realtà non solo fluidico- energetica, ma anche ed innanzitutto
chimica. Non solo in Oriente ma anche in Occidente, emergevano da
diversi decenni evidenze sperimentali che suggerivano da un possibile
ruolo antitumorale della ghiandola pineale. Infatti, a livello
sperimentale, la rimozione chirurgica della ghiandola pineale induceva
nell’animale un aumento delle incidenze di tumori spontanei e, nel cado
di neoplasia già presente, un aumento della sua diffusione metastatica.
Questo dato è stato confermato da centinaia di studi sperimentali, ciò
nonostante le accademie universitarie hanno finto che questi dati non
esistessero. Le conoscenze attuali ci portano a concludere che qualunque
condizione rivelatasi essere predisponente al cancro – in particolare
lo stress, la depressione del tono dell’umore, e l’esposizione a campi
magnetici – ha come minimo comune denominatore un’alterata e ridotta
funzione della ghiandola pineale. Non p pertanto immaginabile una reale
prevenzione dei tumori senza una valutazione reale dello stato
funzionale della ghiandola pineale, cosa questa che potrebbe costituire
un domano uno dei più utili screening di massa.
MELATONINA E NON SOLO
Oggi
le conoscenze scientifiche sul ruolo antitumorale della ghiandola
pineale superano forse quelle di qualunque altra realtà. La ghiandola
pineale produce come minimo quattro ormoni di natura indolica (derivanti
dal triptofano): la melatonina (N-acetil-5-metoxitriptofano) durante il periodo di oscurità, il 5-metoxitriptoforo nei periodi di massima luce, la 5-metoxitriptamina nel pomeriggio e il 5-metoxi-indol-acetico nel
periodo mattutino. Ne consegue che la sola melatonina, ormai nota più
in ambito pubblicitario che universitario, non può più essere
considerata l’unico ormone della ghiandola pineale. Ora se la sola
melatonina ha sconvolto la fragile impalcatura epistemica dell’attuale
scienza medica, quanto più lo farà la conoscenza degli tre indoli? Già
oggi è noto che la 5-metoxi-triptamina a livello sperimentale ha dimostrato di avere effetti anticancro superiori a quelli della melatonina.
Gli
indoli della pineale potrebbero avere, inoltre, un importantissimo
ruolo terapeutico in psichiatria. La pineale produce inoltre due
peptidi: l’epitalamina e l’arginin-vasotocina. Però l’azione
antitumorale della ghiandola pineale è attualmente conosciuta
soprattutto in relazione agli effetti della melatonina, la quale
sintetizza in sé i cinque principali meccanismi d’azione anticancro
utilizzati dalle attuali terapie medico-oncologiche:
- azione citotossica antiproliferativa;
- azione citodifferenziante, vale a dire riduzione della malignità biologica della cellula tumorale;
- azione di stimolo sull’immunità antitumorale, dovuta in particolare ad un’amplificazione delle proprietà anticancro di alcune proteine prodotte dalle cellule immunitarie (in particolare l’interleuchina-2 e l’interleuchina-12);
- inibizione della secrezione di fattori di crescita quali la somatomedina-C e dell’azione di fattori di crescita pro-tumorali quali l’EGF (epidermal growth factor);
- azione anti-angiogenetica.
Gli attuali studi clinici nel campo della PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia)
hanno dimostrato l’utilità dell’impiego degli ormoni della ghiandola
pineale nella cura del cancro, sia in pazienti dichiarati non più
suscettibili di cure convenzionali, sia in associazione ci comuni
trattamenti chemioterapici, radioterapici, ormoterapici ed
immunoterapico. Il difetto nella produzione notturna di melatonina
costituisce il più frequente grave difetto endocrino presente nella
malattia tumorale, contribuendone al peggioramento della prognosi. Non è
pertanto, ad oggi, né scientifico, né tanto meno etico-spirituale
illudersi di vincere il cancro rimuovendo la realtà dell’esistenza in
noi stessi di una struttura anatomica ad azione antitumorale
responsabile della naturale resistenza contro i tumori, come appunto la
ghiandola pineale.
ARTICOLO DI Paolo Lissoni, TRATTO DA “Scienza e conoscenza” - anno 9 - Numero 32 - Maggio 2010.
tratto da:clicca qui
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