Ogni
atto della vita richiede un impegno energetico, insegna Gurdjieff, e
ogni centro richiede la sua energia specifica. Ogni centro possiede due
piccoli accumulatori di energia che sono connessi tra di loro e che sono
connessi ad un grande accumulatore centrale. Ogni centro funziona
sfruttando l’energia che è accumulata nei due piccoli accumulatori. Se i
piccoli accumulatori sono svuotati totalmente, una funzione può restare
senza risorse e non può attivarsi.
Il
lavoro degli accumulatori inizia quando il centro richiede le energie
di cui ha bisogno, perciò entra in azione il primo accumulatore e
fornisce energia, finché la sua energia arriva a metà della capacità di
accumulo. Giunti a quel punto entra in funzione il secondo accumulatore
che si collega al centro e inizia a erogargli energia, perciò esso
rimpiazza il primo accumulatore nel fornire energie.
Mentre
il secondo accumulatore agisce, il primo accumulatore si connette
all'accumulatore centrale per ricaricarsi, e quando la ricarica è
avvenuta, avviene un nuovo scambio e il lavoro si alterna tra i due. Il
funzionamento a scambio alternato è necessario al corpo, infatti la
materia impone una continua ricarica. Se non abbiamo il tempo di
rigenerare le nostre forze, i nostri centri devono usare accumulatori
che non ha hanno avuto una completa ricarica.
Se
usiamo degli accumulatori semivuoti, il centro usa tutta l'energia fino
a prosciugarli, perciò si cade stremati. Quando si cade dal sonno,
quando siamo sofferenti per ansie e angosce si deperisce e ci si ammala.
Un organismo per restare sano deve alternare le fasi di attività a
quelle di riposo. L'organismo deve avere dei “surplus di energie” se
deve recuperare le forze dopo una malattia, uno sforzo, uno shock oppure
se deve recuperare dopo un'intensa attività mentale.
Quando
si sente un grande surplus di energie è segno che abbiamo attivato una
connessione diretta tra un centro e l’accumulatore maggiore. Il grande
accumulatore ha una quantità inesauribile di energia a cui attingere, se
sappiamo farlo. Gurdjieff assicura che, se l'uomo sa come superare i
piccoli accumulatori e collega i suoi centri direttamente
all’accumulatore centrale, può fare miracoli.
È
chiaro che se l’uomo continua a far girare i suoi rulli e usa l’energia
fornita dall’aria, dal cibo e dalle impressioni con maggiore velocità
di quella necessaria per aver tempo di ricaricarsi, arriva il momento in
cui il grande accumulatore si svuota, e l’organismo muore. Il punto da
capire è che ogni atto umano consuma energia, perciò anche lo scambio
con il mondo esterno richiede molta energia.
Ogni
atto percettivo e ogni azione estrae una forma di energia diversa e
questa energia tende a prosciugarsi, così come si vede nella saturazione
dell’olfatto che ha annusato troppi profumi. In molti aspetti vediamo i
meccanismi di saturazione descritti da Gurdjieff, infatti anche il
piacere e il divertimento arrivano a perdere di loro significato se
l’energia psichica relativa a quelle funzioni si satura e si atrofizza.
L’atrofia
percettiva è causata dallo svuotamento degli accumulatori connessi ai
centri o alle loro parti. È vero che possiamo sempre usare l’energia dei
centri che sono ancora pieni, e lo facciamo quando facciamo un'attività
frenetica. Nei casi di una intensa attivazione dei centri si usa molta
energia psichica, perché abbiamo un contatto con il mondo che è
primariamente di natura psichica.
Pensare
è un atto psichico, vedere è un atto psichico e anche amare è un atto
psichico, perché tutto quello che coinvolge il Centro Emozionale usa
l'energia psichica. Questa energia è usata da tutti i centri, persino
dal Centro Motorio, perciò le energie psichiche hanno diversi tipi di
qualità. La diversa qualità di energia mentale non può essere vista, ma è
percepita internamente.
Nella
fase positiva sentiamo la forza dell'entusiasmo, e quando ci svegliamo
come un cane bastonato sentiamo il peso del giorno negativo in cui nulla
va bene. Ma questo alternarsi di fasi alterne perché avviene? Avviene
perché tutto ciò che accade ha la necessità di entrare in contatto con
noi, e il nostro potere di reagire alle richieste del mondo può
esaurirsi.
Quando
arriva l’esaurimento dell'interesse per il mondo è scomparso il nostro
potere psichico, perché perdiamo la capacità di intrecciare dei rapporti
equilibrati con le impressioni esterne. Gurdjieff una volta disse: “È
necessario che l’uomo abbia il sodio per poterlo far combinare con il
cloro della vita. Allora può fare cloruro di sodio, che è il sale. Ma se
in lui non c’è nulla che possa combinarsi con la vita, non può fare il
sale.”
Tutto
quello che facciamo e che sentiamo richiede un impiego di energie
psichiche, ma se siamo privi di quel tipo di energie non facciamo più
nulla e non possiamo ricevere più nulla di buono dalla vita, perché non
sentiamo più il contatto con il mondo esterno. Quando questo avviene
siamo incapaci di capire quando l'interesse per il mondo è cessato, pur
riflettendo a fondo sulla natura del fenomeno.
Le
persone non sanno che il loro potere di combinarsi con il mondo, ossia
la capacità di avere rapporti con il mondo dipende dalle energie
psichiche che hanno. Una persona può fare una vita sociale brillante ma
nulla la interessa, perché non ha più energie da inviare al Centro
Intellettuale, infatti non ha più l’interesse di leggere, di studiare o
di pensare a qualcosa di interessante.
Se
il Centro Emozionale si svuota, non si riescono a percepire più le
emozioni, se il Centro Motorio è vuoto non si ha voglia neppure di
raccogliere un oggetto da terra. Se è vuoto il Centro Sessuale, non si
sente interesse fisico e sessuale per nessuno. Ma il disinteresse non è
causato dalla qualità dell'esterno ma dal mondo interno, perché lo stato
dei centri è collegato alla quantità di energie psichiche che gli
mandiamo.
A
questo proposito Gurdjieff dice che ogni centro o parte di centro è
come una macchina che quando non riceve più il combustibile, non
funziona. Il combustibile va selezionato, perché anche il più grande
flusso di energia fisica o meccanica non può trasformarsi in energia
vitale. La massima quantità di energia psichica non può diventare
energia cosciente, perciò Gurdjieff disegnò un diagramma per illustrare
il discorso, e fece una scala dei 4 combustibili che muovono la macchina
umana.
Gurdjieff
pone al livello più elevato, ossia al 4° livello l’energia cosciente,
al 3° pone l’energia psichica, al 2° livello pone l’energia vitale, e al
livello più basso l’energia meccanica ossia il calore, la luce,
l'attività motoria, etc. Per spiegare meglio la questione dice che
dobbiamo immaginare una linea che segue una sola dimensione e pensare
che, anche se è infinita resta una linea retta, e non sarà mai come una
superficie.
Affinché
possa diventare una superficie è necessario far fare, alla linea, un
movimento laterale perciò è necessario fare una proiezione. Non esiste
nessun aumento di superficie che possa trasformare una cosa a due
dimensioni in una cosa con tre dimensioni, a meno che una superficie non
si muova prendendo un’altra direzione. E l'esempio geometrico spiega
perché una forma di energia sia diversa da ogni altra.
Nessuna
energia psichica o intellettuale ha il potere di far diventare un uomo
più cosciente. L’energia della coscienza non è un’energia psichica,
infatti per evolvere non è necessario essere intelligenti, ma è
necessario fare degli sforzi speciali stimolati da uno Shock che sa
pungolarci per stimolare l’evoluzione. L’energia della coscienza è più
elevata di quella psichica perché è specifica di una sola funzione,
mentre l’energia psichica indifferenziata è usata da ogni centro.
Gurdjieff
diceva: “La coscienza può progredire da se stessa. Un uomo può, se lo
desidera e se sa come farlo, accrescere la coscienza, ma non lo può
ottenere per mezzo del pensiero.” Il concetto è in assonanza con la
frase di Cristo che disse: “Per mezzo del pensiero non si può aggiungere
nemmeno un millimetro alla propria statura.” Dalle idee di Gurdjieff si
ricavano degli insegnamenti molto concreti con vari livelli di
interpretazione che sono pieni di riscontri concreti.
Possiamo
imparare molte cose utili sui ritmi del corpo umano soprattutto quando
sentiamo la stanchezza di un centro. Se siamo stanchi di pensare
possiamo impegnarci in un’attività fisica come uscire per una
passeggiata oppure lavorare in giardino. Una cosa molto utile da sapere è
il danno che ci viene dalle emozioni negative, dall'invidia e dalla
tristezza, perché tutte le cose spiacevoli riducono la gioia di vivere.
La
negatività sottrae molta forza interna, perché ogni atto che ha una
natura psichica entra a far parte della nostra vita psicologica, perciò
restare nella negatività è un’attività molto dannosa e inutile. Le
energie psichiche vanno usate per arricchire la vita interiore, e non
vanno dissipate se non vogliamo che l'organismo indebolisca. Indulgere
nella compassione di sé, essere invidiosi di ciò che hanno gli altri,
disprezzare ciò che non si riesce ad ottenere, è un atto molto dannoso.
Dire
che si odia tutto tranne che il nostro magnifico e perfetto essere è
un'atto insensato. La necessità di lottare contro il mondo oppure il
bisogno di essere completamente identificati con il mondo è il segno che
non sappiamo crescere, e che siamo legati alle nostre reazioni come un
asino al basto. Tutto ciò che non si perde può essere usato meglio, e se
siamo più consapevoli siamo più liberi e non siamo più sfruttati dagli
altri.
Vediamo
come la commiserazione, la compassione eccessiva, l’essere negativi con
le persone e il disprezzare il mondo ci trasforma nell'essere odioso
che nessuno può amare. Quando si critica tutto e tutti tranne se stessi,
si diventa un essere che si crede superiore anche se non vale nulla. Il
Lavoro insegna che dobbiamo perdere ogni importanza per la nostra
persona, cioè ci insegna a morire per far nascere il Vero Sé.
Se
interrompiamo tutte le attività inutili rendiamo la nostra mente più
ricettiva a vedere ciò che il Lavoro chiama la “Corda.” Una Corda è un
appiglio utile per arrampicarsi in montagna. Gurdjieff offre degli
amorevoli insegnamenti a tutti quelli che voglio risvegliarsi e usa una
fune per aiutarci a fare la faticosa risalita.
Non si può trasformare il buio in luce
e l’apatia in movimento senza l’emozione.
-Carl Gustav Jung-
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