Gli
stress e i conflitti emotivi sono rappresentati nel corpo che diventa
la chiave per arrivare a conoscere ciò che comunemente è chiamato
carattere.
Wilhelm
Reich, medico e psichiatra austriaco, allievo di Sigmund Freud,
integrando le scoperte della psicoanalisi e sulle nevrosi e partendo dal
concetto di energia libidica, sviluppò il concetto di energia orgonica,
una forma di energia vitale che scorre liberamente lungo tutto il
corpo. Questa energia è essenziale sia per una naturale interazione fra
corpo e mente, sia per il controllo degli stati fisici e di quelli
mentali. La quantità di energia di cui si dispone e l’uso che se ne fa
determinano il modo in cui rispondiamo alle situazioni della vita: il
libero scorrere dell’energia vitale si traduce in uno stato di piacere e
gioia di vivere, viceversa rigidità e tensione limitano l’emotività e
la libera espressione dei sentimenti.
Reich, rilevando una relazione tra processi psichici e somatici, scoprì
che l'energia vitale può bloccarsi in alcune parti del corpo che
diventano sedi di tensioni e conflitti emotivi. Ogni stress, infatti, si
traduce in uno stato di tensione nel corpo che normalmente scompare
quando lo stress è eliminato, ma se persiste e diviene cronico disturba
la salute emotiva abbassando l’energia dell’individuo. L'insieme delle
tensioni e delle rigidità corporee si traducono a livello psicologico
negli atteggiamenti caratteriali volti a bloccare le proprie emozioni, i
propri desideri e le sensazioni conflittuali, oltre che nella mancanza
di contatto emozionale.
Secondo Reich quindi il carattere si forma come difesa a seguito delle
pressioni interne e delle influenze del mondo esterno. L’origine di tali
tensioni croniche e rigidità muscolari è da collocarsi nell’infanzia e
negli eventi traumatici passati: quando iniziamo a crescere facciamo
esperienza di come la libera espressione delle nostre emozioni si
scontra con il rifiuto, la disapprovazione, l'umiliazione, la punizione.
Impariamo presto, perciò, a controllare la nostra emotività e di
conseguenza blocchiamo i muscoli coinvolti in queste espressioni
medianti tensioni croniche, che sono inconsce. L'accumulo delle tensioni
muscolari, l'operare processi tesi ad ostacolare le proprie emozioni e
il non lasciar scorrere liberamente l'energia delle eccitazioni,
originano a livello psicologico una corazza caratteriale, che ha un suo
corrispettivo sul piano somatico nella corazza muscolare. Reich intuì
che l’uomo è prigioniero di una corazza muscolare e caratteriale che
limita l'espressività, la comunicazione con se stessi, l'amore e la
percezione del piacere. Questa “gabbia” è creata da tutti quegli
atteggiamenti sviluppati dalla persona per bloccare il libero fluire
delle emozioni e delle sensazioni organiche. Alla luce di ciò, Reich
definisce il carattere, tratto fondamentale della personalità, come il
modo di reagire alle situazioni della vita, che si è strutturato a
partire dall’infanzia; un meccanismo di protezione, la sintesi delle
difese che un individuo oppone alle provocazioni del mondo. In altre
parole, le emozioni sono rappresentate nel corpo che diventa la chiave
per penetrare in ciò che viene comunemente chiamato carattere.
Reich individua sette anelli della corazza muscolare disposti nel corpo a segmenti trasversali rispetto al tronco:
- segmento oculare: comprende i muscoli del globo
oculare, della palpebre e della fronte. Se contratto si presenta con
espressione vuota dello sguardo, immobilità delle palpebre, della fronte
e del cuoio capelluto. Le emozioni bloccate sono solitamente una grande
paura, una lucida rabbia oltre alla difficoltà al pianto. Lo
scioglimento di questo segmento avviene quando gli occhi e la fronte
cominciano a muoversi, esprimendo emozioni. Abbandonarsi al pianto
permette di percepire la propria tristezza e di rendersi conto di quanto
si è stati feriti o danneggiati. Piangere significa scongelare lo stato
di disagio e liberare il mondo interiore dalla tensione e dal dolore.
Il fluire delle lacrime è un meccanismo che scarica la tensione dagli
occhi e in parte anche dal corpo, è un processo di scioglimento e
addolcimento;
- segmento orale: comprende bocca, mento, gola e
muscolatura occipitale. In quest’area sono inibite e trattenute le
emozioni legate al pianto o alla rabbia. Sono rappresentate emozioni
molto intense ed antiche quali il mordere rabbioso, il succhiare
avidamente, il gridare;
- segmento cervicale: comprende la muscolatura del
collo, superficiale e profonda, e la lingua. Trattiene rabbia e pianto e
conferisce un aspetto altero, di distacco dal resto del proprio corpo;
- segmento toracico: l’armatura del torace costituisce
una parte centrale di tutta l’armatura muscolare e nasce storicamente
durante le svolte decisive e più ricche di conflitti della vita del
bambino. È importante ricordare che durante lo scioglimento
dell’armatura del torace ricompaiono i ricordi traumatici, della
frustrazione dell’amore e della delusione. Spalle e braccia
rappresentano dal punto di vista biofisico, prolungamenti del segmento
toracico e i conseguenti blocchi frenano non soltanto il desiderio di
aggredire e colpire, ma anche il desiderio di abbracciare o di contatto;
- segmento diaframmatico: il quinto segmento comprende
il diaframma e gli organi che si trovano sotto di esso (stomaco, fegato,
reni). È sede delle emozioni viscerali e, in particolare, qui nelle
profondità delle viscere ristagnano nascosti, i residui della rabbia, il
rancore e il risentimento. Altre sensazioni ed emozioni associate sono
l'amarezza, lo struggimento, il vuoto, la mancanza, vissuti collegati
all'abbandono e alla perdita. L'antica fisiologia poneva nel diaframma
la sede degli istinti, degli affetti, delle passioni, del pensiero e
quindi, in sostanza, della vita. Il diaframma, infine, è importante per
la funzione vitale della respirazione e per la regolazione delle
emozioni, facilitando o bloccando, in termini bioenergetici, il
movimento dal basso verso l’alto e viceversa;
- segmento addominale: è costituito dallo spasmo e
dalla contrazione dei muscoli addominali e della parte inferiore della
schiena. Questa area è la sede delle emozioni più profonde, da dove
prorompe il piacere e il riso.
- segmento pelvico: comprende praticamente tutti i
muscoli della pelvi, i glutei, l'ano ed i genitali. Se contratto il
bacino appare rigido e senza vita. Qualsiasi patologia a carico di
questa zona insorge in seguito al suo irrigidimento cronico.
Emozionalmente sono contenuti ansia edipica e rabbia sadica. Un genuino
piacere sessuale non può essere provato finché la corazza pelvica
persiste.
Per concludere, attraverso il lavoro con il corpo, possiamo ammorbidire
tali tensioni e rivivere il desiderio di essere accettati e amati e la
tremenda tristezza di aver desiderato invano. Essere in contatto con il
proprio corpo e avere un pieno e libero fluire d’energia permette di
vivere nella nostra realtà adulta e sentire che la ricerca tesa a
recuperare quanto perduto da bambini è un'illusione.
FONTE: http://www.marcellacaria.com
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