lunedì 9 luglio 2012

Il telescopio spaziale Hubble: dove nascono le stelle!!!

Frutto di un progetto congiunto NASA/ESA, questo osservatorio spaziale ha avuto risonanza enorme sia in termini di produzione scientifica sia presso l'opinione pubblica.
Hubble ha sfruttato le sue esclusive potenzialità scientifiche là dove nessun altro strumento poteva fare altrettanto, inviando immagini sempre molto nitide, dai colori incontaminati, che coprono tutte le regioni dello spettro elettromagnetico, dal vicino infrarosso all'ultravioletto. Si sono così aperti nuovi orizzonti scientifici che hanno portato a scoperte rivoluzionarie.
L'alta qualità delle immagini ha permesso agli astronomi di acquisire informazioni nuove sulla vita di una vasta gamma di oggetti astronomici. Hubble ci ha regalato una panoramica visuale dei processi astrofisici di base che avvengono in questi oggetti, dai pianeti del nostro Sistema Solare alle galassie più remote dell'Universo. Un esempio fra tutti: alla domanda "che aspetto avevano le prime galassie?", nel 2004 Hubble ha contribuito a rispondere con la splendida immagine dello 'Hubble Ultra Deep Field': la più profonda immagine dell'universo nel visibile che mostra le più vecchie galassie mai viste, formate 13 miliardi di anni fa.
Il documentario presenta tutti gli aspetti del progetto Hubble Space Telescope, da quelli tecnici ai risultati scientifici, un viaggio attraverso la storia, il tormentato avvio e gli straordinari successi scientifici di Hubble. Il video è organizzato in nove capitoli tematici, presentati da Bob Fosbury, scienziato dell'Agenzia Spaziale Europea che si è spesso servito di Hubble per le sue ricerche.
Il 24 aprile 2005.


Il telescopio spaziale Hubble fu progettato per liberare gli astronomi da quel limite che li ha afflitti fin dai tempi di Galileo: l'atmosfera terrestre. Sacche d'aria instabili nell'atmosfera bloccano e distorcono la luce, limitando anche il campo visivo dello strumento di osservazione più potente sul suolo terrestre.

I telescopi orbitanti sono come degli occhi nel cielo che permettono agli astronomi di sbirciare più lontano nell'universo e vedere il cosmo con più nitidezza. Gli scienziati cominciarono a sognare un telescopio del genere già negli anni '40, ma ci vollero più di quattro decenni per realizzare quel sogno grazie al telescopio spaziale Hubble.

Il lancio originale del telescopio doveva avvenire nell'ottobre del 1986, ma fu rimandato dopo l'incidente dello Space Shuttle Challenger. Quando il telescopio divenne finalmente operativo nel 1990, cominciò a trasmettere immagini senza precedenti anche se difettose. Nonostante fossero di qualità nettamente superiore a quelle ottenute con strumenti sul suolo terrestre, erano leggermente sfocate a causa di un problema ottico.

Nel dicembre del 1993, gli astronauti dello Space Shuttle Endeavour eseguirono ben 5 passeggiate nello spazio per riparare il telescopio in orbita a circa 569 chilometri dalla Terra. Le riparazioni andarono a buon fine e Hubble cominciò a trasmetterci immagini cristalline.

Dati a volontà. Le immagini di Hubble ci hanno aiutato a definire con precisione l'età dell'universo, che la velocità di espansione delle stelle indica di circa 14 miliardi di anni. Hubble ha catturato anche immagini di molte galassie antiche, nelle diverse fasi della loro evoluzione, rendendo possibile agli scienziati di vedere nel passato di un giovane universo in via di sviluppo. Lo strumento ha contribuito anche alla scoperta dell'energia oscura, una poco conosciuta ma onnipresente forza che lotta con la gravità producendo l'espansione costante dell'universo.

Hubble misura inoltre le atmosfere dei pianeti al di fuori del nostro sistema solare, studiandone la composizione e mettendo insieme molte informazioni che un giorno potranno aiutare la ricerca delle forme di vita extraterrestri. Nonostante tutti questi successi, Hubble sta arrivando alla fine della sua missione. Il telescopio verrà ritirato dal suo servizio periodico nel maggio del 2009. Il suo successore, il telescopio spaziale James Webb, sarà messo in orbita nel 2013.

Il nuovo strumento orbiterà più distante dalla Terra (circa 1,5 milioni di chilometri), per sbirciare ancora più lontano attraverso la polvere spaziale fino alle più antiche formazioni di stelle, sistemi solari e galassie.

Altri osservatori. Hubble è solo uno dei "grandi osservatori" orbitanti della NASA. Al gruppo vanno aggiunti il Telescopio Spitzer Space e l'osservatorio Chandra X-ray. Spitzer è un telescopio orbitante a infrarossi in grado di individuare le più distanti e deboli fonti di radiazione, che sarebbero invece distorte dall'atmosfera terrestre. Gli scienziati dello Spitzer descrivono spesso la loro missione come una ricerca del "vecchio" (le più antiche stelle e galassie dell'universo), del "freddo" (nane marroni, probabilmente stelle che non riuscirono ad incendiarsi, e dischi circumstellari, dei larghi anelli di materiale che orbitano attorno ad una stella) e dello "sporco" (processi oscurati dalle polvere come la formazione dei pianeti e delle stelle). Chandra cattura i raggi emessi dagli eventi più violenti dell'universo come le supernove. Queste radiazioni fanno luce sul ciclo solare delle stelle, la formazione dei buchi neri e la natura dei quasar.

Per approfondimenti sulla MATERIA OSCURA e sui BUCHI NERI vedere giugno e luglio 2012.

 

La più antica galassia dell'universo conosciuto: scoperta del telescopio Hubble!! 

 



Dal 1990 il telescopio spaziale Hubble ha mostrato centinaia di migliaia di immagini del cosmo. L’ultima osservazione ha mostrato una piccola galassia di stelle blù (è chiamato UDFj-39546284), le dimensioni dell’oggetto sono pari a circa l’1% di quelle della nostra Via Lattea, e potrebbe rappresentare l’oggetto più antico mai osservato nell’universo. “Siamo tornati indietro del 96% rispetto alla vita dell’Universo, quando aveva soltanto il 4% dell’età attuale, circa 500 milioni di anni dopo il Big Bang”, afferma Garth Illingworth, professore di astronomia e astrofisica presso l’Università di California, a Santa Cruz, e ricercatore principale di Hubble. La galassia risalirebbe a 13,2 miliardi di anni, molto vicina all’esplosione iniziale avvenuta 13,7 miliardi di anni fa, quando l’universo ha cominciato ad espandersi. “Questa galassia è straordinariamente debole, molto blù, un oggetto dinamico colmo di aree di formazione stellare”, continua Illingworth. Attraverso le osservazioni di Hubble, gli astronomi stimano che il tasso di nascita delle stelle nell’universo, è aumentato di dieci volte nel periodo compreso tra 500 e 650 milioni di anni dopo il Big Bang, un periodo di tempo relativamente breve in termini astronomici. Illingworth crede che il telescopio spaziale permetterà agli astronomi di trovare ulteriori 500 milioni di galassie, ma sostiene che per osservare ancor più indietro nel tempo, sarà necessaria la prossima generazione di strumenti ottici. I risultati sono pubblicati nel numero del 27 gennaio 2011 della rivista Nature.
"Abbiamo così constatato che nel giro di appena 170 milioni di anni si è verificata un’accelerazione sorprendente nella coagulazione degli ammassi galattici" commenta Garth Illingworth. "Come si capisce si tratta di un viaggio nel tempo quello compiuto da Hubble, il quale coglie oggi ciò che è avvenuto 13,2 miliardi di anni fa perché tanto tempo ha impiegato la luce della galassia per giungere sino a noi pur viaggiando alla velocità di 300 mila chilometri al secondo. Per fotografare questa presenza Hubble ha utilizzato una camera che raccoglie la radiazione infrarossa emessa attraverso la quale si riescono a identificare anche i materiali più freddi. Ma Hubble scruta soprattutto nella luce visibile, come il nostro occhio, e aggiunge ristrette possibilità nell’infrarosso e nell’ultravioletto."


Oggetti più distanti dell'Universo ::: Questo video è uno zoom in Hubble Space Telescope a raggi infrarossi Campo Ultra Deep, prima misura adottata nel 2009. Si tratta di una patch molto piccola di cielo nella costellazione meridionale della Fornace. Lo zoom centra il più lontano oggetto identificato nel campo. L'oggetto, probabilmente una galassia, appare rossa perché la sua luce è stata allungata con l'espansione dell'universo.



Telescopio Hubble: collisione inevitabile della Via Lattea con la galassia Andromeda?



Hubble è riuscito ancora una volta ad immortalare qualcosa di straordinario, o meglio, si sta riuscendo a dare una interpretazione a lunghissimo termine a quelle che potranno essere le evoluzioni della nostra galassia, la cosiddetta Via Lattea. Le immagini ad altissima risoluzione sono riuscite a scorgere determinati movimenti complessivi di quest’ultima, in relazione alla posizione della galassia a noi più vicina (2.5 milioni di anni luce): Andromeda, conosciuta anche come M31.
Le due spirali, di dimensioni rispettivamente pari a 78.000 e 250.000 anni luce, sembrerebbero in rotta di collisione, anche se non c’è molto da preoccuparsi visto che non succederà prima di 4 miliardi di anni. 
Giugno 2012.

 



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