Centinaia di anni fa, la scienza e la religione si sono separate, diventando antagoniste nel grande gioco della spiegazione e della scoperta. Ma scienza e religione sono due facce della stessa medaglia. Entrambe aiutano a spiegare l'universo, il nostro posto nel grande disegno, e il significato della nostra vita.
- Nell'Universo non esiste alcune separazione, tutto è intimamente interconnesso. Sebbene i nostri sensi percepiscano cose ed eventi come molteplici e separati. Esiste un'unità di fondo di tutto ciò che è.
- Il principio unitario di tutta la realtà è una matrice di Pura Coscienza (variamente definita come Vacuità, Brahman, Tao, Dio a seconda della Tradizione di riferimento)... la matrice unitaria di fondo.
- Questa matrice di Coscienza originaria diffrange la sua Essenza e, tramite un processo emanativo analogo alla diffusione della luce della fiamma di una candela, irradia se stessa nel tempo, nello spazio e nella densità, per manifestarsi come pensiero, energia e materia.
- E' interessante notare che questo processo è descritto nella Cosmologia Vedica in questa forma: Il Brahman (l'Assoluto) genera Kala (Tempo), Desa (Spazio) e Anu (Atomo materiale, la materia) e si manifesta come anima individuale (Jivatman).
Scrive Swami Sri Yukteswar, il maestro di Yogananda, nel libro "La Scienza Sacra" (1894): " Parambrahma induce la creazione, la Natura inerte (Prakrti), ad emergere. Da OM (Pranava, il Verbo, la manifestazione della Forza Onnipotente) hanno origine "Kala", il Tempo, "Desa", lo Spazio e "Anu", l'Atomo (la struttura vibratoria della creazione)." - "Quindi il Verbo, il Tempo, lo Spazio e l'Atomo sono la stessa e unica cosa, e in sostanza soltanto idee." - La separazione che percepiamo tra gli esseri e tra noi e l’ambiente è, quindi, solo uno stato apparente ed illusorio, che può essere trasceso per ritrovare una condizione di unità e beatitudine (per approfondire questi concetti ved. "Lo Spettro della Coscienza" di Ken Wilber - Ed. Crisalide).
- Dall'intima interconnessione che esiste tra il
piano mentale interiore e la realtà materiale esteriore (essendo
emanazione della stessa sostanza) e poichè mente e materia si situano su
gradi ontologici diversi (il pensiero è "più vicino" all'Essenza e la materia "più lontana") consegue che: il pensiero muove l’energia e l’energia muove la materia.
La nostra mente ha un preciso effetto di creazione e strutturazione sulla realtà materiale.
La realtà ATOMICA!!!! |
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Introduciamo un discorso approfondito sulla struttura intima della materia, che per sua natura non può che porsi all'interno di un soggetto ben più ampio, quello della Creazione. Abbiamo provato a renderci conto di come siano enormi le dimensioni dell'Universo in cui siamo immersi e uno dei pensieri che, di conseguenza, si possono affacciare alla mente è quanto siamo piccoli noi esseri umani. In realtà non è un pensiero completamente corretto perchè la scienza moderna ci mostra anche quanto invece siamo grandi rispetto alle minuscole particelle di cui è fatto l'universo, il nostro pianeta ed anche noi stessi. A questo proposito, a seguire, ho cercato di dare una descrizione, spero chiara e concisa allo stesso tempo, di quella che più o meno è la realtà alla base di tutto quanto esiste nel creato, almeno per quanto riguarda il punto di vista della scienza del XXI secolo La prima idea che mi sorge, una volta comparate le dimensioni dell'uomo con quelle dell'universo e della realtà atomica, è quella dei viaggi di Gulliver; tanto grande con i Lillipuziani e tanto piccolo rispetto ai giganti. Quanto cercherò di andare a fare, poi, è un tentativo secondo me interessante, quello cioè di trovare dei punti di contatto tra le scoperte della fisica moderna ed i concetti espressi dalle antiche scritture sacre dell' Induismo, a cui sicuramente la disciplina del kriya yoga si rifà ampiamente. La Verità è una sola, e se le facoltà dell'essere umano sono in grado di percepirne l'essenza o anche solo delle parti, queste devono essere fondamentalmente in accordo tra di loro secondo la "logica" delle cose. Personalmente credo questo, e per farlo mi avvarrò sia del testo scritto da un fisico moderno, Fritjof Capra, Il Tao della Fisica, che del già più volte citato "La Scienza Sacra" scritto da Swami Sri Yukteswar, che nel campo del Kriya Yoga è riconosciuto come uno degli esponenti di massimo livello. Il libro di Capra, che consiglio di leggere a chiunque sia interessato all'argomento dei paralleli possibili che esistono tra Scienza e Religione, si propone già e lo fa in maniera ben più approfondita di me, di trovare punti di contatto tra Religioni Orientali e le scoperte fondamentali della Fisica moderna; nel mio piccolo cerco di fare questo nel campo specifico del Kriya, lasciando al lettore le proprie deduzioni personali. Swami Sri Yukteswar cercando di instillare nei suoi discepoli il giusto modo di acquisire la conoscenza diceva loro: "La saggezza non si assimila con gli occhi ma con gli atomi. Quando la convinzione della verità non è ancorata solo nel tuo cervello, ma in tutto il tuo essere, allora puoi cautamente avvallarne il significato". Scoraggiava ogni tendenza degli allievi a considerare la cultura acquisita dai libri come passo necessario per raggiungere la realizzazione spirituale.
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L'atomo - Il punto di vista della fisica |
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All'inizio del Novecento i fisici disponevano di
due teorie valide, capaci di spiegare fenomeni differenti: la
meccanica di Newton e l'elettrodinamica di Maxwell; di conseguenza,
il modello newtoniano non costituiva più la base di tutta la fisica.
I primi tre decenni del XX secolo cambiarono radicalmente l'intera
situazione della fisica. Due sviluppi verificatisi separatamente,
quello della teoria della relatività e quello della fisica atomica,
infransero tutti i più importanti elementi della concezione
newtoniana del mondo: la nozione di spazio e di tempo assoluti e
quella di particelle solide elementari, la natura strettamente
causale dei fenomeni fisici e l'ideale di una descrizione oggettiva
della natura. Nessuno di questi elementi poteva essere applicato ai
nuovi ambiti in cui allora la fisica stava penetrando.
Agli inizi della fisica moderna si erge la straordinaria impresa intellettuale di un solo uomo: Albert Einstein. Con due articoli, pubblicati entrambi nel 1905, Einstein avviò due linee di pensiero rivoluzionarie: la prima era la sua teoria della relatività speciale, l'altra era un nuovo modo di concepire la radiazione elettromagnetica che in seguito avrebbe caratterizzato la meccanica quantistica, la teoria dei fenomeni atomici. Nella sua forma completa, la meccanica quantistica venne elaborata vent'anni dopo, con il contributo di un intero gruppo di fisici; invece, la teoria della relatività fu costruita quasi completamente dal solo Einstein. Gli scritti scientifici di Einstein si innalzano all'inizio del Novecento come imponenti monumenti intellettuali, piramidi della civiltà moderna. Einstein era profondamente convinto dell'armonia della natura e lo scopo che si propose con maggiore impegno nel corso di tutta la sua attività scientifica fu quello di trovare una fondazione unificata della fisica. Egli cominciò a muoversi in questa direzione costruendo una struttura teorica comune per l'elettrodinamica e per la meccanica, le due teorie distinte della fisica classica. Questa struttura, nota come teoria della relatività speciale, unificava e completava la fisica classica, ma nello stesso tempo comportava drastici cambiamenti nei concetti tradizionali di spazio e di tempo e minava alla base uno dei pilastri della concezione newtoniana del mondo. Secondo la teoria della relatività, lo spazio non è tridimensionale e il tempo non è un'entità separata. Essi sono strettamente connessi e formano un continuo quadridimensionale, lo « spazio-tempo ». Perciò, nella teoria della relatività non si può mai parlare dello spazio senza parlare del tempo e viceversa. Inoltre non esiste un flusso universale del tempo come nel modello newtoniano. I concetti di spazio e di tempo sono talmente fondamentali per la descrizione dei fenomeni naturali che una loro modificazione comporta una trasformazione dell'intero schema teorico di cui ci serviamo per rappresentare la natura.
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La principale conseguenza di tale
trasformazione è di aver capito che la massa non è altro che una
forma di energia. Anche un oggetto in quiete possiede energia
immagazzinata nella sua massa e la relazione tra massa ed
energia è data dalla famosa equazione
dove "c" è la velocità della luce. Tale velocità rappresenta una costante fisica indicata tradizionalmente con la lettera "c" (dal latino celeritas, "velocità"). Indipendentemente dal sistema di riferimento di un osservatore o dalla velocità dell'oggetto che emette la radiazione, ogni osservatore otterrà sempre lo stesso valore della velocità della luce. Nessuna informazione può viaggiare più velocemente di "c". Il suo valore è pari a 299.792.458 m/s, che tipicamente viene approssimato a 300.000 km/s. Osservatori differenti, che si muovano con differenti velocità relative rispetto agli eventi osservati, ordineranno questi ultimi secondo una diversa successione temporale. In tal caso, due eventi che un osservatore vede come simultanei possono avvenire in una diversa successione temporale per altri osservatori. Tutte le misure in cui entrano lo spazio e il tempo perdono quindi il loro significato assoluto. Nella teoria della relatività vengono abbandonati sia il concetto newtoniano di spazio assoluto inteso come scenario immutabile dei fenomeni fisici, sia il concetto di tempo assoluto. Lo spazio e il tempo diventano soltanto elementi del linguaggio che un particolare osservatore usa per descrivere i fenomeni dal proprio punto di vista. La teoria della relatività generale di Einstein abolisce quindi completamente i concetti di spazio e di tempo assoluti. Non solo tutte le misure riguardanti lo spazio e il tempo sono relative, ma l'intera struttura dello spazio-tempo dipende dalla distribuzione della materia nell'universo e il concetto di « spazio vuoto » perde significato.La concezione meccanicistica del mondo della fisica classica era basata sulla nozione di corpi solidi che si muovono nello spazio vuoto. Questa nozione è ancora valida nella regione che è stata chiamata la « zona delle medie dimensioni », vale a dire nel campo della nostra esperienza quotidiana (più o meno quella entro il campo di percezione dei nostri sensi fisici), dove la fisica classica continua a essere una teoria utile. Sia il concetto di spazio vuoto sia quello di corpi materiali solidi sono profondamente radicati nel nostro modo di pensare, cosicché per noi è estremamente difficile immaginare una realtà fisica nella quale essi non siano più validi. Eppure è proprio ciò che la fisica moderna ci costringe a fare quando andiamo oltre le dimensioni medie. Non ha più senso parlare di « spazio vuoto » in astrofisica e in cosmologia, le scienze dell'universo su larga scala, mentre il concetto di corpo solido è stato spazzato via dalla fisica atomica, la scienza dell'infinitamente piccolo.
Al volgere del secolo, furono scoperti numerosi fenomeni in
rapporto alla struttura degli atomi e inspiegabili in termini di
fisica classica. Il primo indizio del fatto che gli atomi
avevano una struttura interna venne fornito dalla scoperta dei
raggi X, una nuova radiazione che fu rapidamente impiegata nelle
ormai ben note applicazioni in campo medico. Ma i raggi X non
sono l'unica radiazione emessa dagli atomi e, subito dopo la
loro scoperta, vennero trovati altri tipi di radiazioni emesse
dagli atomi delle cosiddette sostanze radioattive. Il fenomeno
della radioattività diede una prova definitiva della natura
composta degli atomi, mostrando che gli atomi delle sostanze
radioattive non solo emettono vari tipi di radiazione, ma si
trasformano anche in atomi di sostanze completamente differenti.
Oltre a essere oggetto di intensi studi, questi fenomeni furono
anche usati nei modi più ingegnosi come nuovi strumenti per
indagare nella materia più in profondità di quanto non fosse
stato mai possibile prima. Così Max von Laue usò i raggi X per
studiare la disposizione degli atomi nei cristalli, e Ernest
Rutherford si rese conto che le cosiddette particelle alfa
emesse dalle sostanze radioattive erano proiettili ad alta
velocità e di dimensioni subatomiche, utilizzabili per esplorare
l'interno dell'atomo: potevano essere lanciate contro gli atomi
e dal modo in cui ne fossero state deviate si sarebbero potute
trarre conclusioni sulla struttura degli atomi stessi. Quando
provò a bombardare gli atomi con le particelle alfa, Rutherford
ottenne risultati sensazionali e del tutto inaspettati. Ben
lungi dall'essere particelle dure e solide come si riteneva fin
dall'antichità, gli atomi risultarono costituiti da una vasta
regione di spazio nella quale particelle estremamente piccole,
gli elettroni, si muovevano attorno al nucleo, legati a esso da
forze elettriche.
Non è facile avere un'idea dell'ordine di grandezza degli atomi,
tanto essa è lontana dalla nostra scala macroscopica. Il
diametro di un atomo, inteso come nuvola elettronica, è circa un
centesimo di milionesimo di centimetro. Per visualizzare questo
minuscolo oggetto, si può immaginare un'arancia che cresca fino
a raggiungere le dimensioni della Terra. A questo punto, gli
atomi dell'arancia sarebbero grandi come ciliegie. Miriadi di
ciliegie, strettamente impacchettate in un globo delle
dimensioni della Terra: ecco una immagine realistica,
opportunamente ingrandita, degli atomi di un'arancia.
Un atomo, quindi, è estremamente piccolo rispetto agli oggetti
macroscopici. Tuttavia è enorme se confrontato con il suo
nucleo, che sta al centro. Nella nostra immagine degli
"atomi-ciliegie", il nucleo di un atomo sarebbe così piccolo che
non potremmo ancora vederlo con i nostri occhi fisici. Se
facessimo crescere l'atomo fino alle dimensioni di un pallone da
calcio, o anche fino alle dimensioni di una stanza, il nucleo
sarebbe ancora troppo piccolo per essere visibile a occhio nudo.
Per poter vedere il nucleo dovremmo far crescere l'atomo fino
alle dimensioni della più grande cupola del mondo, quella della
basilica di San Pietro a Roma. In un atomo di quelle dimensioni,
il nucleo sarebbe grande quanto un grano di sale! Un grano di
sale nel centro della cupola di San Pietro e minuscoli granelli
di polvere che gli turbinano velocissimamente intorno,
nell'enorme vastità del "cupolone": in questo modo possiamo
raffigurarci il nucleo e gli elettroni di un atomo. Le immagini
riportate qui sotto possono cercare di aiutare a formarsi un'
idea grafica di quanto descritto, ma le proporzioni non sono
assolutamente rispettate per ovvi limiti pratici di
visualizzazione.
Nota:
il grano di sale c'è anche se è difficile da vedere; se si
osserva bene lo si vedrà "pulsare".
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Le dimensioni dell'atomo |
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Per avere un' idea del diametro di un atomo,
inteso come "nuvola" elettronica, dobbiamo prendere un metro,
dividerlo in un miliardo di volte e poi ancora in dieci parti!
Per indicare questa misura si scrive
cioè un metro diviso per 10.000.000.000
Le dimensioni dei nuclei sono 10-4 volte più piccole (cioè diecimila volte più piccole) di quelle dell'atomo. Insomma tra i diametri del nucleo e dell’atomo c’e un rapporto approssimativamente pari a quello fra la capocchia di uno spillo e la cupola della basilica di San Pietro a Roma, come abbiamo già visto prima. Se ne desume che, poiché il volume è proporzionale al cubo dei diametri, la proporzione tra la materia solida e lo spazio vuoto in un atomo è pari a 10-12: un milionesimo di milionesimo. Questo significa che se dividiamo lo spazio occupato da un atomo in un milione di cellette e poi ogni celletta in un milione di parti, solo una di queste ultime è occupata da materia, tutte le altre sono vuote! E poiché tutto sulla terra è fatto di atomi, ciò vuol dire che il nostro corpo e la sedia su cui siamo seduti, sono composti da una quantità di spazio vuoto un milione di milioni di volte maggiore dello spazio occupato dalla materia che percepiamo come tale. Aristotele era dunque veramente in errore: la materia è essenzialmente composta dal vuoto. L'unica ragione per cui il nostro corpo e la sedia su cui siamo seduti ci sembrano cosi solidi e impermeabili, è perché tali quantità infinitesimali di materia sono tenute insieme da forze che agiscono come invisibili ma potentissime molle. In conclusione, le domande fondamentali che dobbiamo porci per imparare a conoscere il mondo che ci circonda sono:
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L'elettrone |
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Delle tre particelle che costituiscono gli
atomi, l'elettrone è di gran lunga il più leggero ed il più
piccolo. Per avere un idea del suo peso dobbiamo pensare che ci
vorrebbero dieci miliardi di miliardi di miliardi di elettroni
per fare un solo grammo di materia! La sua massa è infatti:
Il raggio dell'elettrone è così piccolo che non si è ancora riusciti a misurarlo; per questo diciamo che è puntiforme. Sappiamo inoltre che è privo di struttura interna, cioè è una particella fondamentale in quanto non composta da altre più piccole. Nell'uso comune, l'elettrone viene abbreviato con il simbolo "e-" e la sua carica elettrica per convenzione è negativa. La carica dell'elettrone "Qe" viene identificata come carica elementare. In questo modo, la carica di tutte le altre particelle viene riferita a quella dell'elettrone: la carica elettrica di una particella è sempre un multiplo intero o una frazione, segno a parte, della carica elementare:
La scoperta degli elettroni, nel 1897, da parte di J.J. Thompson, ha messo in evidenza per la prima volta l'esistenza delle particelle elementari, o meglio la natura non continua della materia. |
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Il protone |
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Il protone è, insieme al neutrone, uno dei
due costituenti del nucleo atomico. Il protone è molto più
pesante dell'elettrone; la sua massa è infatti circa 2000 volte
quella dell'elettrone.
Il raggio del protone è
1 fm = 10-15 m
Questa grandezza [fm] viene chiamata fermi
dal nome del grande fisico italiano Enrico Fermi, ed è spesso
usata per le misure atomiche e subatomiche. Per ottenere un
fermi dobbiamo dividere un metro in un miliardo di parti, poi
dividere quanto ottenuto in un milione di parti! Il protone
viene comunemente abbreviato con il simbolo “p”, e la sua carica
elettrica è uguale a quella dell'elettrone ma ha segno opposto,
ovvero è positiva:
Storicamente, la scoperta del protone non è legata ai risultati di un esperimento preciso, come è invece avvenuto per le altre particelle: infatti, intorno al 1920, si accertò che non esisteva alcun componente nucleare di carica positiva più leggero dell'atomo di idrogeno (ricordiamo che la massa degli elettroni è trascurabile rispetto a quella dei protoni) e si arrivò alla conclusione che il costituente fondamentale dei nuclei atomici fosse il nucleo di idrogeno, che fu chiamato protone (dal greco proton, che significa “primo”). |
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Il neutrone |
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Il neutrone è, insieme al protone, uno dei 2
costituenti del nucleo atomico. La massa del neutrone è di circa
10% maggiore a quella del protone. Il raggio del neutrone è come
quello del protone.
Il neutrone viene comunemente abbreviato con il simbolo “n”, e non possiede carica elettrica, ovvero è una particella elettricamente neutra. Nel 1930, W. Bothe e H. Becker osservarono l'emissione di radiazione neutra mentre bombardavano con particelle alfa (nuclei di elio) un bersaglio di berillio. Nel 1932, Chadwick, sulla base dei risultati di alcuni esperimenti da lui eseguiti su questa nuova radiazione, constatò che questa non poteva essere radiazione elettromagnetica (fotoni), ma particelle neutre (cioè con carica elettrica nulla) di massa circa uguale a quella del protone; il neutrone. Come riconoscimento per i risultati ottenuti con le sue ricerche, Chadwick fu insignito del premio Nobel per la fisica nel 1935. |
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Nota:
E' interessante notare come le caratteristiche elettriche
intrinseche di questi tre tipi di particelle subatomiche
costituenti dell'atomo siano in relazione con quanto Swami Sri
Yukteswar cita a proposito dei tre guna.
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I quark |
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Come abbiamo già accennato, negli anni '60 i
fisici dimostrarono che il protone e il neutrone sono entrambi
composti da particelle più piccole: i quark. Protone e neutrone
sono composti da due varietà di quark chiamati "up" e "down". Il
protone è composto da tre quark, per l'esattezza due quark up e
un quark down. Ogni quark up trasporta una quantità di carica
elettrica positiva pari a due terzi della carica di un elettrone
(ma di segno opposto. Ogni quark down trasporta una quantità di
carica negativa, di grandezza pari a un terzo della carica
dell'elettrone. Quindi, la carica complessiva del protone è
unitaria e positiva
Anche il neutrone è composto da tre quark, per l'esattezza due quark down e un quark up. Quindi, la carica elettrica complessiva del neutrone è nulla
I costituenti fondamentali, i mattoni ipotizzati dai greci di cui tutto il mondo intorno a noi è costituito, sono finalmente stati identificati ?
Forse, ma
sicuramente non sono soltanto elettroni e quark up e down! Nel
1956, i fisici F. Reines e C. Cowan scoprirono un'altra
particella indivisibile: il neutrino, che peraltro era già stato
previsto qualche anno prima dal fisico teorico W. Pauli.
Esperimenti successivi hanno mostrato che il quadro dei
costituenti fondamentali della materia non è ancora completo:
esistono infatti altri tipi di quark oltre a quelli up e down.
Non solo: esistono altre particelle simili all'elettrone e al
neutrino. Oggi i fisici hanno sperimentalmente dimostrato
l'esistenza di tre famiglie di particelle elementari del tutto
simili tra loro, tranne che per le masse. Queste particelle,
raggruppate in tre famiglie, sono alla base del modello teorico
denominato Modello Standard.
....ma, forse, la storia ancora una
volta non è finita!
Alcuni fisici teorici ritengono infatti che anche i quark non siano elementari e che, quando saremo in grado di ispezionarli con precisioni oggi irraggiungibili con le attuali tecnologie, ci accorgeremo che sono scomponibili in elementi chiamati "string" (in italiano corde) che possiamo immaginare come dei minuscoli filamenti oscillanti. Le loro dimensioni sarebbero tali che, partendo da un protone, per ottenerne una misura eguale, dovremmo dividerlo prima in un milione di parti, poi dividere ognuna di queste parti ancora un milione di volte e poi dividere quanto ottenuto in cento parti. La loro esistenza non è oggi dimostrabile ma, se esistessero, risolverebbero alcuni problemi ancora insoluti. Ma questa è tutta un' altra storia ... |
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La meccanica quantistica ha mostrato che tutte queste
sorprendenti proprietà degli atomi derivano dalla natura
ondulatoria dei loro elettroni. Per prima cosa, l'aspetto solido
della materia è una conseguenza di un tipico « effetto
quantistico » collegato al comportamento duale onda-particella
della materia, una caratteristica del mondo subatomico che non
trova l'analogo nel mondo macroscopico. Ogni volta che una
particella è confinata in un piccolo spazio, essa reagisce a
questa limitazione agitandosi dentro, e tanto più piccola è la
regione in cui è confinata, tanto più velocemente la particella
vi si muove. Nell'atomo allora sono presenti due forze
antagoniste. Da una parte, gli elettroni sono legati al nucleo
da forze elettriche che cercano di trattenerli il più vicino
possibile. Dall'altra, essi reagiscono a questa limitazione
ruotando vorticosamente, e quanto più strettamente sono legati
al nucleo, tanto più alta sarà la loro velocità; di fatto, il
confinamento degli elettroni all'interno di un atomo porta a
velocità enormi, di circa 900 chilometri al secondo!* Queste
alte velocità fanno sì che l'atomo appaia come una sfera rigida,
proprio come avviene per un'elica in rapida rotazione la quale
appare come un disco.
E' molto difficile comprimere ulteriormente gli
atomi e ciò dà alla materia l'aspetto solido familiare. Il nucleo
atomico è circa una decina di migliaia di volte più piccolo di
tutto l'atomo, eppure ne contiene quasi tutta la massa. Ciò
significa che la materia all'interno del nucleo deve essere
estremamente densa rispetto ai tipi di materia che noi conosciamo.
In effetti, se tutto il corpo umano fosse compresso fino a
raggiungere la densità del nucleo, non occuperebbe più spazio di una
capocchia di spillo. Questa elevata densità, tuttavia, non è l'unica
proprietà insolita della materia nucleare. Avendo la stessa natura
quantistica degli elettroni, i « nucleoni », come spesso vengono
chiamati protoni e neutroni, reagiscono al loro confinamento
muovendosi ad alta velocità, e poiché sono compressi in un volume
molto più piccolo, la loro reazione è molto più violenta. Essi
scorrono nel nucleo con velocità di circa 60.000 chilometri al
secondo!* La materia nucleare è quindi un tipo di materia
completamente differente da qualsiasi cosa appaia "quassù", nel
nostro ambiente macroscopico.
I concetti della meccanica quantistica non erano facili da accettare, anche dopo che ne fu completata la formulazione matematica. Il loro effetto sull'immaginazione dei fisici era veramente sconvolgente. Gli esperimenti di Rutherford avevano mostrato che gli atomi, invece di essere duri e indistruttibili, consistevano di vaste regioni di spazio nelle quali si muovevano particelle estremamente piccole, e ora la meccanica quantistica chiariva che anche queste particelle non erano affatto simili agli oggetti solidi della fisica classica. Le unità subatomiche della materia sono entità molto astratte che presentano un carattere duale. A seconda di come le osserviamo, ora esse sembrano particelle, ora onde; e questa natura duale è presente anche nella luce, che può assumere l'aspetto di onde elettromagnetiche o di particelle. Questa proprietà della materia e della luce è assai strana. Sembra impossibile accettare che qualcosa possa essere, nello stesso tempo, una particella – cioè un'entità confinata in un volume molto piccolo – e un'onda, che si estende su un'ampia regione di spazio. Questa contraddizione dette origine alla maggior parte dei paradossi di tipo koan che infine condussero alla formulazione della teoria dei quanti. L'intero processo ebbe inizio quando Max Planck scoprì che l'energia della radiazione termica non è emessa in maniera continua, ma si presenta sotto forma di « pacchetti di energia ». Einstein chiamò « quanti » questi pacchetti di energia e riconobbe in essi un aspetto fondamentale della natura. Egli fu tanto ardito da postulare che la luce e tutte le altre forme di radiazione elettromagnetica possono presentarsi non solo come onde elettromagnetiche ma anche sotto forma di quanti. I quanti di luce, che dettero il nome alla meccanica quantistica, sono stati in seguito accettati come particelle vere e proprie e ora vengono chiamati fotoni. Ma si tratta di particelle di tipo speciale, prive di massa e sempre in moto alla velocità della luce. L'apparente contraddizione tra la rappresentazione corpuscolare e quella ondulatoria fu risolta in un modo del tutto inaspettato che mise in discussione il fondamento stesso della concezione meccanicistica del mondo: il concetto di realtà della materia. A livello subatomico, la materia non si trova con certezza in luoghi ben precisi, ma mostra piuttosto una « tendenza a trovarsi » in un determinato luogo, e gli eventi atomici non avvengono con certezza in determinati istanti e in determinati modi, ma mostrano una « tendenza ad avvenire ». Nel formalismo della meccanica quantistica, queste tendenze sono espresse come probabilità e sono associate a quantità matematiche che prendono la forma di onde; ecco perché le particelle possono essere allo stesso tempo onde. Esse non sono onde tridimensionali « reali », come le onde sonore o le onde nell'acqua, ma sono « onde di probabilità », quantità matematiche astratte che hanno tutte le proprietà caratteristiche delle onde e sono legate alle probabilità di trovare le particelle in particolari punti dello spazio e in particolari istanti di tempo. Tutte le leggi della fisica atomica sono espresse in funzione di queste probabilità. Non possiamo mai prevedere con certezza un evento atomico: possiamo solo dire quanto è probabile che esso avvenga. La meccanica quantistica ha quindi demolito i concetti classici di oggetti solidi e di leggi rigorosamente deterministiche della natura. A livello subatomico, gli oggetti materiali solidi della fisica classica si dissolvono in configurazioni di onde di probabilità e queste configurazioni in definitiva non rappresentano probabilità di cose, ma piuttosto probabilità di interconnessioni. Un' attenta analisi del processo di osservazione in fisica atomica ha mostrato che le particelle subatomiche non hanno significato come entità isolate, ma possono essere comprese soltanto come interconnessioni tra la fase di preparazione di un esperimento e le successive misurazioni. La meccanica quantistica rivela quindi una fondamentale unità dell'universo: mostra che non possiamo scomporre il mondo in unità minime dotate di esistenza indipendente. Per quanto ci addentriamo nella materia, la natura non ci rivela la presenza di nessun « mattone fondamentale » isolato, ma ci appare piuttosto come una complessa rete di relazioni tra le varie parti del tutto. Queste relazioni includono sempre l'osservatore come elemento essenziale. L'osservatore umano costituisce sempre l'anello finale nella catena dei processi di osservazione e le proprietà di qualsiasi oggetto atomico possono essere capite soltanto nei termini dell'interazione dell'oggetto con l'osservatore. Ciò significa che l'ideale classico di una descrizione oggettiva della natura non è più valido. Quando ci si occupa della materia a livello atomico, non si può più operare la separazione cartesiana tra l'io e il mondo, tra l'osservatore e l'osservato. Nella fisica atomica, non possiamo mai parlare della natura senza parlare, nello stesso tempo, di noi stessi. Non è certo lo scopo di queste pagine fornire una trattazione completa dell'argomento in oggetto al capitolo appena esposto. I concetti espressi sopra, derivati dalle esperienze teoriche e sperimentali nel campo della fisica degli ultimi cento anni, sono solo alcune delle verità che la scienza è riuscita a determinare. Ritengo interessante il confronto, che ciascuno potrà fare per proprio conto, con quanto esposto invece in seguito, che spiega più o meno gli stessi principi ma con un linguaggio ed un punto di vista piuttosto diverso. E' curioso notare che gli anni in cui Einstein formulava le sue "nuove" teorie sulla struttura della materia e sull' origine delle cose, sono all'incirca gli stessi in cui, in Oriente, uomini illuminati si accingevano a divulgare concetti filosofici simili nella sostanza alle teorie di Einstein e di cui quanto esposto sotto è solo un piccolo estratto. |
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L'atomo - Un punto di vista filosofico-religioso |
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Riporto alcuni passi da "La Scienza Sacra",
finito di scrivere nel 1894 da Swami Sri Yukteswar. Questo conciso,
ma allo stesso tempo, immenso volumetto ebbe origine per il volere
di Babaji, lo yogi immortale Guru di Lahiri Mahasaya, che al Kumbha
Mela che si tenne nel Gennaio del 1894 ad Allahabad fece in modo di
incontrare Sri Yukteswar e di dargli questo incarico, da lui stesso
definito "erculeo" nella introduzione del libro. La Scienza Sacra si
propone di mettere in evidenza la fondamentale armonia insita in
tutte le religioni e di favorirne l'unione. Siccome l'esposizione
grafica potrebbe non risultare di immediata comprensione vorrei
introdurre alcuni chiarimenti per facilitarne la lettura: i vari
sutra sanscriti, che sono l'essenza e la sostanza del libro
originale, sono riportati assieme alla loro traduzione all'interno
delle tabelle con bordo blu scuro. Seguono, in verde, i rispettivi
commenti. Le citazioni della Bibbia e dei Vangeli, che compaiono tra
i trafiletti dorati, sono anch'essi parte del libro e sono posti
nella sequenza originale. L'argomento può non essere immediato e
necessitare di più di una rilettura, ma mi auguro che l'esposizione
che segue sia, alla fine, il più comprensibile possibile.
Perché non riusciamo a comprendere Dio: Nell'uomo è insita una fede eterna che gli fa credere intuitivamente nell'esistenza di una Sostanza, di cui gli oggetti dei sensi - udito, tatto, vista, gusto e olfatto, cioè le componenti di questo mondo visibile - sono soltanto le proprietà. Poiché l'essere umano si identifica col corpo fisico, costituito dalle proprietà suddette, per mezzo dei suoi organi imperfetti può comprendere solo le proprietà, ma non la Sostanza di cui esse sono parte. Il Padre Eterno, Dio, l'unica Sostanza dell' universo, è quindi al di là della comprensione umana, a meno che, trascendendo la creazione delle Tenebre, o Maya, l'uomo non diventi egli stesso divino.
Prakrti, ovvero la Natura di Dio. La Forza Onnipotente (Sakti, o in altre parole la Beatitudine Eterna, Ananda) che ha dato origine al mondo, e la Coscienza Onnisciente (Cit) che rende il mondo cosciente, rivelano la Natura, Prakrti, di Dio Padre. Come possiamo comprendere Dio: L'uomo, poiché è fatto a immagine di Dio, interiorizzando la propria attenzione può comprendere che la Forza e la Coscienza di cui si è detto sono gli unici attributi del suo Sé. La Forza Onnipotente è la sua volontà, Vasana, e Bhoga è il godimento che ne deriva; la Coscienza Onnisciente è la sua Coscienza, Cetana, che prova questo godimento, Bhoktà.
Il Verbo, Amen (OM), è il principio della Creazione. La Forza Onnipotente (la forza di Repulsione e la sua espressione complementare, cioè la forza di Attrazione, la Coscienza Onnisciente o Amore) si rende manifesta quale vibrazione che si palesa come un suono particolare: il Verbo, Amen, OM. Nei suoi differenti aspetti OM esprime l'idea del mutamento, ossia l'idea del Tempo, "Kala", nell' Eterno Immutabile e l'idea del divisibile, ossia l'idea dello Spazio, "Desa", nell' Eterno Indivisibile. Il risultato che ne deriva è l'idea delle particelle, cioè degli innumerevoli atomi, "Anu". Quindi il Verbo, il Tempo, lo Spazio e l'Atomo sono la stessa e unica cosa, e in sostanza soltanto idee. La manifestazione del Verbo (che diviene carne, cioè la materia esteriore) creò questo mondo visibile. Così il Verbo (Amen, Om) - essendo la manifestazione della Natura Eterna del Padre Onnipotente, ovvero del Suo Sé - è inseparabile da Dio ed è Dio stesso, proprio come il potere di bruciare è inseparabile dal fuoco e non è altro che il fuoco.
Gli Atomi sono il trono dello Spirito Creatore. Gli Atomi, che rappresentano interiormente ed esteriormente le quattro idee sopra menzionate, sono il trono dello Spirito Creatore, di Colui che, irradiandoli della propria luce, crea questo universo. Nel loro insieme vengono chiamati Maya, le Tenebre, poiché impediscono la percezione della Luce Spirituale; singolarmente, ciascuno di essi è chiamato Avidya, l'Ignoranza, poiché rende l'uomo ignaro perfino del proprio Sé. Nella Bibbia, queste quattro idee che danno origine a tutti gli errori sono paragonate ad altrettante bestie. Finché l'uomo si identifica con il proprio corpo fisico, occupa una posizione di gran lunga inferiore a quella del quadruplice primigenio e, quindi, non riesce a comprenderlo. Ma non appena si innalza al suo livello, non solo comprende l'Atomo, sia interiormente sia esteriormente, ma anche la creazione intera, manifesta e immanifesta (cioè 'davanti e dietro').
Kutastha Caitanya, lo Spirito Santo, il Purusottama. La manifestazione di Premabijam Cit (l'Attrazione, l'Amore Onnisciente) è la Vita, l'0nnipresente Sacro Spirito, e prende il nome di Spirito Santo (Kutastha Caitanya o Purusottama), che risplende sulle Tenebre, Maya, per attirare ogni loro parte verso la Divinità. Ma le Tenebre, Maya, o le relative parti individuali (Avidya, l'Ignoranza), cioè la presenza di Maya in ciascun uomo, essendo la repulsione stessa, non possono accogliere o comprendere la Luce Spirituale, sebbene la riflettano. Abhasa Caitanya o Purusa, i Figli di Dio. Lo Spirito Santo, essendo la manifestazione della Natura Onnisciente del Padre Eterno, Dio, non è una sostanza diversa da Dio stesso; e così questi riflessi dei raggi spirituali sono chiamati Figli di Dio (Abhasa Caitanya o Purusa).
Citta il Cuore; Ahamkàra, l'Ego, il figlio dell'uomo. Questo Atomo (Avidya, l'Ignoranza) essendo sotto l'influenza dell'Amore Universale (Cit, lo Spirito Santo), si magnetizza spiritualmente, come la limatura di ferro in un campo magnetico, e acquisisce la consapevolezza, la capacità di sentire. Prende allora il nome di Mahat, il Cuore, Citta; e in quanto tale dà origine all'idea dell'esistenza separata del sé, che va sotto il nome di Ahamkara, l'Ego, il figlio dell'uomo. Buddhi, l'Intelligenza; Manas, la Mente. Essendo stato così magnetizzato, l'Atomo ha due poli; uno che l'attira verso la Sostanza Reale (Sat), e l'altro che lo respinge dalla Sostanza stessa. Il primo polo, chiamato Sattva o Buddhi, l'Intelligenza, stabilisce che cosa sia la Verità; l'altro, essendo un frammento della Repulsione, cioè la Forza Onnipotente spiritualizzata, come è stato chiarito in precedenza, produce il mondo delle idee per la sua propria gioia (ananda) e viene chiamato Anandatva, o Manas, la Mente.
Panca Tattva, le Cause Originarie della creazione, costituiscono il corpo causale. L'Atomo spiritualizzato, Citta (il Cuore), essendo una manifestazione della Repulsione, genera da ciascuna delle cinque parti che lo compongono cinque tipi di forze elettriche dell'aura, una dal centro, una da entrambi i lati estremi, e le altre due dagli spazi compresi tra il centro e ciascuno dei lati estremi. Questi cinque tipi di forze elettriche, essendo attirati dall'influenza dell'Amore Universale (lo Spirito Santo) verso la Sostanza Reale (Sat) producono un campo magnetico chiamato il corpo di Sattva Buddhi, l'Intelligenza. Poiché le cinque forze elettriche sono la causa di tutto quanto viene creato, prendono il nome di Panca Tattva, le cinque Cause Originarie, e sono considerate il corpo causale del Purusa, il Figlio di Dio. Le forze elettriche, in quanto emanazioni del Citta polarizzato, sono caratterizzate dallo stesso stato di polarizzazione e dotate dei suoi tre attributi o Guna: Sattva, positivo, Tamas, negativo, Rajas, neutralizzante.
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Per approfondimenti vedere:
* "IL MODELLO STANDARD!!!" ... giugno 2012.
IL MODELLO STANDARD!!!
* "IL PATRIARCA: Max Karl Ernest Planck (23/04/1858-04/10/1947) ... giugno 2012.
IL PATRIARCA: Max Karl Ernst Planck (23/04/1858 - ...
* "Natura corpuscolare e ondulatoria. Dualismo onda-particella!" ... giugno 2012.
Natura corpuscolare e ondulatoria. Dualismo onda-p...
* "Fisica Quantistica e FILOSOFIE ORIENTALI!!!!!!" ... giugno 2012.
Fisica Quantistica e FILOSOFIE ORIENTALI!!!!!
* "Un esperimento pensato da Einstein nel 1927!!!! L'INTERFERENZA DI ELETTRONI: LE 2 FESSURE..." ... giugno 2012.
Un esperimento pensato da Einstein nel 1927!!!! L'...
* "Elettromagnetismo!!!" ... luglio 2012.
Elettromagnetismo!!!
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